E§ISTENZ3

Gatto 1
Arriva un momento della vita in cui apri gli occhi.
La tua visione del mondo cambia. Tu cambi.

Nonostante la mia storia personale non abbia avuto un buon inizio e che il suo proseguo a compensare, avrebbe potuto essere migliore, sono sempre stata una persona che in molti definirebbero positiva e forte. Io penso solo di avere, un innato e alquanto preponderante spirito di sopravvivenza. Una specie di gigantesco rampino che volente o nolente riesce sempre ad artigliarmi la carne e riportarmi lentamente su in vetta. Una ciclicità dolorosa, che potrebbe ricordare un girone dell’inferno Dantesco. Eppure vi assicuro che tutte le volte, arrivata in vetta, si apre sempre una nuova prospettiva da cui guardare che cambia nettamente il quadro. Dalla Pop Art all’Impressionismo lo definirei. Ma non vi racconterò la mia storia, ognuno di noi ha la sua. La gara a chi possieda quella più triste è una di quelle maratone a cui non voglio correre. Siamo tutti diversi, tutti dispersi come racconta qualcuno. E anche se due persone, mille, affrontassero le stesse delusioni, portassero addosso le stesse ferite, i risultati delle loro esistenze, sarebbero ineguagliabilmente differenti. Siamo tutti complessi e dotati di una bellissima individualità che ci rende unici. Cinque anni fa ho conosciuto due persone che mi hanno cambiato la vita, rivalutandola nel senso più positivo che esista. E’ successo dopo tre mesi, da quando il famoso rampino era riuscito con fatica a riportarmi su da una delle più brutte, terrificanti gole, in cui neanche l’alpinista/escursionista più esperto penserebbe mai di cadere.

Una di quelle due persone, mentre stavamo parlando del più e del meno, affermò con ferrea convinzione ma con mio sommo stupore, che a questo mondo siamo tutti s o s t i t u i b i l i. E sebbene sia passato così tanto tempo, quella frase continua a darmi quel prurito dietro alla schiena in quel particolare punto, così difficile da grattare, da renderlo fastidioso al limite del sopportabile. Quindi mi chiedo: siamo davvero tutti sostituibili? In molti risponderebbero “nel lavoro sicuramente!” e come darvi torto. In parecchi settori, verrebbe da dire troppi, per tantissime aziende, siamo nient’altro che numeri, ingranaggi che devono solo incastrarsi perfettamente, girare, bene oliati sarebbe meglio. Abbiamo diritti ma sembra non ci sia mai la giusta situazione per esercitarli e farli valere perché se lo fai, sei fuori. Non devi avere necessità, hai l’obbligo individuale e familiare di ottima salute. I permessi sai che esistono solo in versione inchiostro su carta, sulla busta paga del mese e alle volte anche la dignità umana viene messa in discussione. Quindi nonostante questo, che spesso devi accettare in maniera tacita e con sorriso, anche se produci valore, sei proprio tu a non averne. Se sostituirti con un altra risorsa, sarà fonte di risparmio, come dicevo prima, sei fuori. Ma tutto ciò, vale davvero anche sul piano affettivo? Sicuramente in molti nel corso della nostra crescita personale, abbiamo cambiato, diversificato, le nostre amicizie per esempio. Abbiamo in un certo qual modo rivalutato e sostituito chi non andava più bene: diversità di opinioni, qualità dell’amicizia e soppesato se lo fosse davvero. Al solo pensare se questa definizione possa valere anche nell’amore, la sensazione che avverto è quella di camminare su gusci d’uova. Una domanda, la cui risposta sembra facile al tempo stesso sbagliata e incompleta in principio. Senza aver mosso passo alcuno, ti ritrovi a guardare le uova sotto i tuoi piedi che sembrano già ammaccate e sul principio di rottura. L’amore è un sentimento che per quanto mi riguarda, dovrebbe essere il perno della più sincera amicizia. Il qualcosa che io, come molti altri spero, cerchiamo ogni giorno di afferrare o di tenere ben stretto, chi ha la fortuna di averlo trovarlo. Si parla di poter sostituire e aggiungerei, con successo, una persona che AMI. E sì, è una cosa grossa da mandar giù e merita un grande momento di riflessione. Per me è durato cinque anni, in cui con mia somma fortuna ho amato ed amo, proprio la persona da cui è scaturito il dubbio e nato questo articolo. In questi giorni ho avuto modo di avere finalmente la serenità e molto tempo da dedicare a me stessa come molti di voi del resto e sono arrivata a farmi un’idea ben precisa sull’argomento. So che non sarà una frase di impatto o qualcosa di nuovo, ma come si dice, un conto è ascoltarlo da qualche parte, e un altro è sentirlo, comprenderlo.

IO sono IO

Accetto di essere sostituibile, ma il mondo deve accettare che io sono u n i c a. E quando dico “mondo” mi riferisco alle persone che sono nella mia vita e la vivono con me, per quelli che l’hanno incrociata ma a cui ho trasmesso e lasciato dentro qualcosa. A chi ho incontrato per molti anni in tutti i negozi in cui ho avuto la fortuna di lavorare, malgrado situazioni di maltrattamenti verbali immotivati, mobbing e qui è bene fermarsi. I Clienti e i Colleghi che a volte hanno ricevuto ma altre volte hanno dato tanto da arricchirmi dentro. Ma il libro continua a sfogliare le sue pagine e io ad incontrare e condividere la mia esistenza con amici, colleghi, clienti, persone differenti, a sostituirli, per via di necessità alle volte più grandi di me. Eppure in quelle situazioni sostituibili che sia una bevuta con gli amici, che sia a lavoro, ricordo ogni loro unicità distintamente ne faccio tesoro e alcuni di questi momenti sono carichi di sentimenti così intensi, da dover utilizzare una mano per stringerli stretti e l’altra per prendere l’ennesimo fazzoletto di Kleenex. E per la cronaca, se ve lo stavate chiedendo, anche una certa persona pessimista, a tratti cinica che pensava a questa sostituibilità se così si può dire, con fervida convinzione. Sembra aver cambiato idea, perché i sentimenti sinceri, riescono a cambiare la visione che abbiamo del mondo tanto da arrivare a capire meglio e soprattutto noi stessi. Non sono più la sola a sentirmi unica, adesso siamo in due a pensarla così, con quella reciproca complicità che rende questo viaggio sempre più bello. Spero nella mia vita di riuscire a contagiare più persone possibili, senza bisogno come altri di virus mortali. Una splendida pandemia positiva che abbracci chi mi tocca, in maniera fisica o mentale e che doni una nuova vetta da cui guardate, per chi al contrario di me, non possiede un rampino molto resistente.

Niente numeri, solo e s i s t e n z e.

Uniche.

 

Gatto 2